Come stimolare ogni giorno l’intelligenza dei bambini, secondo il metodo Feuerstein – sunto libro

15 Nov 2023

Adolescenza / Apprendimento / Educazione / Età evolutiva / genitorialità / Infanzia / Senza categoria / Sviluppo cognitivo

Reuven Feuerstein, fondatore di un metodo per lo sviluppo del  potenziale di apprendimento dei bambini (il metodo Feuerstein) ha dimostrato che l‘intelligenza non è solo innata, ma può essere anche insegnata e stimolata. 

Nel libro “Come stimolare giorno per giorno l’intelligenza dei vostri bambini” (edizioni Red) l’autrice Nessia Laniado suggerisce alcune strategie che ogni genitore può applicare nella quotidianità per potenziare le doti del bambino e portare alla luce i suoi talenti: “non si tratta di dare lezioni di intelligenza, ma di saper cogliere nei gesti quotidiani le infinite occasioni per arricchire di pensieri, conoscenze, emozioni, ricordi, domande, simboli, parole, dunque la vita dei nostri figli” (Nessia Laniado).

Ecco alcuni suggerimenti tratti dal metodo Feuerstein per stimolare l’intelligenza del bambino:

1. Insegnare l’attenzione: quando si dice qualcosa di importante bisogna guardare il bambino negli occhi

L’intelligenza dipende dall’attenzione. Uno studio della Washington University di Saint Louis ha scoperto che l’intelligenza fluida (quella che permette di trovare soluzioni creative) dipende prevalentemente dalla capacità di attenzione e l’attenzione non fa parte del patrimonio genetico, ma è una qualità che si impara. La mamma deve il più possibile stare vicino al piccolo (anche quando è un neonato) e guardarlo negli occhi quando gli parla. In questo modo insegna al neonato a concentrarsi sul suo volto. “L’ interazione della mamma con il neonato è fondamentale per lo sviluppo affettivo e della capacità di apprendimento.” Con i bambini più grandi è importante catturare la loro attenzione quando bisogna insegnargli qualcosa. Se ad esempio bisogna spiegare al proprio bambino di non rubare il posto sullo scivolo a un altro bambino, innanzitutto è bene mettersi alla sua altezza, guardarlo negli occhi e annunciare le proprie intenzioni: “adesso voglio dirti una cosa importante”; motivarle: “Se rubi il posto a un bambino, lo fai arrabbiare. Ti piacerebbe se lui lo facesse a te?”; infine concludere, guardandolo sempre negli occhi, ribadendo la regola che si vuole insegnare: “Quando vuoi salire sulla scivolo, aspetti il tuo turno”. In questo modo si esercita la sua attenzione e si favorisce la memorizzazione della regola.

2. Farlo vivere in un ambiente ordinato Un ambiente disordinato e confuso favorisce la disattenzione

E’ importante quindi cercate di tenere la camera dei bambini ben in ordine, così che ogni oggetto abbia il suo posto e il bambino possa scegliere intenzionalmente e senza perdersi nella confusione il gioco che vuole.

3. Motivarlo ad esprimersi con le parol

“Insegnare il linguaggio a un bambino è fornirgli lo strumento indispensabile perché possa sperimentare i più alti livelli di astrazione del pensiero”. E’ importante abituare il bambino fin da piccolissimo ad esprimersi a parole e non con pianti. Ad esempio, se piange perché vuole un succo di frutta, anziché darglielo e basta, è bene provare a stimolarlo in altro modo: in una mano tenere il succo e nell’altra un bicchiere d’acqua e chiedergli: “Vuoi acqua o succo?”. In questo modo sarà fortemente motivato ad imparare la parola succo. “La parola diventa il mezzo più adatto per esprimere ciò che vuole”.

4. Per aumentare il suo vocabolario proporre il gioco dell’albero

Per arricchire il linguaggio del bambino si può proporre, ogni volta che si presenta l’occasione, il cosidetto gioco dell’albero. Si parte con una parola (il tronco) e via via la si arricchisce di particolari (i rami). Ad esempio, partendo dalla parola “uva” si elencano prima le parti che compongono il frutto: acini o chicchi, buccia, grappolo, picciolo; poi si nominano tutti gli aggettivi che vengono in mente: tonda, dolce, aspra, bianca, nera… poi i verbi che si possono riferire a quella parola: lavare, raccogliere, mangiare spremere, pigiare…; gli avverbi: si mangia lentamente… e infine chiedetegli di dire le categorie: cibo, vegetale, frutto… “Attraverso le categorie i bambini imparano a mettere ordine nell’universo del linguaggio, stabiliscono delle gerarchie, fanno associazioni”.

5. Se sbaglia, non correggerlo in pubblico

Gli errori vanno corretti, ma mai di fronte agli altri: il bambino si sentirebbe umiliato e potrebbe perdere la voglia di comunicare. Quindi se il bambino commette un errore è bene aspettare il momento di essere soli, prenderlo da parte e con dolcezza spiegargli dove ha sbagliato. E’ importante ricordargli anche i suoi miglioramenti. Ad esempio, se il bambino ha sbagliato a pronunciare una parola, è importante dirgli come si dice correttamente ma aggiungere poi: “Ti ricordi quando non riuscivi a dire ‘arrosto’, ora invece lo dici bene…”. Se si sottolinea il precedente successo, il bambino non perderà la fiducia in sé.

6. Ascoltare i suoi racconti senza interromperlo

Se il piccolo racconta un aneddoto sulla sua giornata a scuola e nel farlo si esprime male (per esempio sbaglia un verbo) e viene corretto, si rischia di fargli perdere il filo del discorso e di chiudere la comunicazione. “E’ importante non reprimere i bambini nella loro spontaneità espressiva, soprattutto quando raccontano qualcosa che li tocca emotivamente. Per correggere la sintassi avremo altre occasioni.”

7. Lasciarlo fare da solo tutte le volte che ve lo chiede

I bambini hanno grande capacità di osservazione e di imitazione, strumenti formidabili per lo sviluppo intellettivo e la capacità di concentrazione. Quindi se chiedono di fare qualcosa (es. aiutare a lavare i piatti, sparecchiare, vestirsi da soli) è importante lasciarli fare, anche se ci impiegheranno più tempo, se saranno approssimativi, o faranno dei pasticci, perchè avranno modo di imparare. Se ci si sostituisce sempre a loro nel fare le cose, non impareranno, si sentiranno sottovalutati e perderanno fiducia nelle loro capacità.

8. Far ascoltare Mozart e la musica barocca

E’ sapere condiviso che la musica influisce positivamente sul benessere fisico e mentale; recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che è soprattutto la musica barocca (Vivaldi, Bach, Haendel…) e quella di Mozart ad avere i maggiori vantaggi. Queste musiche sono ricche di simmetrie e modelli ricorrenti, in grado di favorire il potenziamento della mente. Le loro composizioni riescono a stimolare sia l’emisfero destro che l’emisfero sinistro e inducono nei bambini calma e concentrazione. Tecniche diagnostiche hanno dimostrato che ascoltare musica barocca nei primi anni di vita rafforza i circuiti neuronali e stimola la creatività e le aree del cervello specializzate nel favorire la motivazione.

9. Lasciarlo giocare al “far finta di”

“Facciamo finta che io sono una principessa e tu una fata?”. Quante volte i bimbi inventano e interpretano personaggi astratti? E’ importante lasciarli giocare il più possibile a questo tipo di giochi. Giocare a travestirsi e a “far finta di essere qualcun altro, infatti, favorisce lo sviluppo del pensiero astratto, l’empatia e l’intelligenza emotiva (ossia capacità di immedesimarsi nell’altro) e stimola la creatività. Numerose ricerche hanno dimostrato che i bambini che fanno molti giochi di ruolo sono più sereni e collaborativi, hanno un vocabolario più ricco e meno problemi di apprendimento. Contrariamente i “giochi intelligenti” proposti dall’industria, anche se pensati per sviluppare la creatività dei piccoli, mancano spesso delle caratteristiche più importanti: la spontaneità, la complessità e l’imprevedibilità. “Giocare soltanto per giocare è uno dei diritti fondamentali del bambini, ed è qualcosa di cui al giorno d’oggi, con la mania dei giochi intelligenti, si sta derubando l’infanzia” (Berry T. Brazelton. Pediatra americano)

10.Assegnategli piccoli compiti quotidiani

“Avere la responsabilità di svolgere un compito semplice in modo continuativo ed autonomo, esercita la memoria ed è il primo passo verso lo sviluppo del pensiero astratto”. Un compito basilare che si può assegnare, per esempio, è quello di apparecchiare la tavola- La prima volta il bambino si porrà una serie di domande mettendo in atto complesse operazioni mentali come: • contare: “per ogni posto quante posate, bicchieri, tovaglioli e piatti dovrò mettere?” • pensare la sequenza giusta: “porto prima i piatti o i tovaglioli?” • verificare di aver fatto giusto: “Che cosa manca?”. Permettendo al bambino di ripetere ogni giorno questa routine, le operazioni mentali impiegate per l’esecuzione del compito vengono ricordate più facilmente e diventano parte del patrimonio intellettivo del bambino.

11.Quando il bambino fa una domanda, è bene non rispondergli subito, ma dialogare: imparerà di più

Se il bambino fa una domanda è importante cercare di arrivare insieme a lui alla risposta, dialogando e facendo assieme delle domande, con l’obiettivo di cercare la risposta insieme a lui, anziché rispondere subito con una risposta pronta e finita. E’ importante quindi mettere in secondo piano i buoni propositi didattici, resistere al proprio bisogno di correggere e fornire la risposta giusta, ed è al contrario importante svuotare la mente e trovare insieme i modi con cui si potrebbe rispondere. La domanda diventa così un dialogo che non porta solo alla risposta, ma crea nuove idee, fa acquisire informazioni, fa esplorare la conoscenza. E nel dialogo il bambino e l’adulto imparano insieme, diventando così una ricerca in cui si stimola il pensiero e la creatività. Se il bambino, per esempio, vede un animale sul muro e chiede cos’è, anziché rispondere subito è utile dialogare facendogli altre domande: “Tu che cosa pensi che sia?”, il bambino potrebbe rispondere: “Ha la punta come quella di una matita…”; e l’adulto potrebbe suggerirgli: “Allora lo puoi prendere e portarlo a casa per disegnare?”, “No?”, “Però sarebbe divertente avere l’astuccio pieno di animaletti…”.

12. Esercitate la sua capacità di scelta Scegliere significa valutare, confrontare, decidere.

E’ possibile esercitare la capacità di scelta dei bambini sin da piccoli mettendoli di fronte a due o tre alternative. Per es. “Oggi fa freddo, bisogna coprirsi bene. Decidi tu: quale tra queste due felpe preferisci?”. Se i bambini vedono che le loro decisioni vengono rispettate, inizieranno a percepire se stessi come persone in grado di fare delle scelte autonome e saranno più inclini a rispettare le scelte altrui.

13. Raccontategli la storia della vostra famiglia

Un bambino per essere sicuro di sé deve sapere che non viene dal nulla, che alle sue spalle ci sono delle tradizioni, ricche di esperienze e saggezza, da cui lui, inconsapevolmente, ha ereditato delle caratteristiche. Inoltre le tradizioni e i riti sono momenti di grande insegnamento perché ricchi di emozione e di affetto. E’ importante cercare di costruire dei riti famigliari (es. il pranzo della domenica, la visita ai nonni, ecc…), così come è importante raccontare ai bambini la storia della loro famiglia: sfogliare insieme vecchi album di foto, sollecitarli a fare domande sul passato. Trasmettere ai bambini la consapevolezza di appartenere ad una storia che viene dal passato, lo aiuterà a proiettarsi nel futuro.

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